Carini Antonio
(Orsi)
Comando generale Brigate Garibaldi
Medaglia d’Argento al valor militare
Nasce a San Nazzaro di Monticelli d’Ongina il 7.10. 1902 da Carlo e Dirce Bruzzi – Giovanissimo lavora come barcaiolo con il padre.
Ultimato il servizio militare entra in contatto con il Partito Comunista. Viene preso ripetutamente di mira dalle squadracce fasciste fino a che nel settembre del 1924 va esule a Buenos Aires dove si adatta ad ogni tipo di lavoro. In Argentina viene seguito costantemente dall’OVRA; fa attività politica, partecipa a scioperi e viene arrestato due volte nel 1935 e nel gennaio del 1936.
Nel novembre del 1936, attraverso il Belgio e la Francia raggiunge la Spagna dove combatte nelle Brigate Garibaldi con il grado di Commissario Politico del reparto speciale; viene ferito tre volte (a Huesca, a Belcite, a Farlete). Nel gennaio del 1939 combatte ancora a fianco di Luigi Longo in difesa di Barcelona.
Internato a Saint Cyprien, a Gurs e poi a Vernet d’Ariège frequenta corsi di formazione politica, assume incarichi dirigenziali e, seguendo le indicazioni della Direzione del PCI, è uno strenuo sostenitore della necessità di rientrare in patria.
Ad aprile del 1941 consegnato alle autorità italiane, viene processato e condannato a 5 anni di confino a Ventotene (qui è ancora con Longo, Li Causi, Scoccimarro, Pietro Secchia) che lascia tra il 18 ed il 23 agosto del 1943.
Il 20 settembre del 1943 partecipa a Milano alla riunione del Comitato militare del CLN di cui entra a far parte (a fine settembre è a Bologna con Roasio). A ottobre viene costituito il comando delle Brigate Garibaldi dove entra a far parte (n° 5 in ordine gerarchico dopo Luigi Longo – comandante, Pietro Secchia – Commissario politico, Gian Carlo Pajetta – vicecomandante, Giorgio Amendola –comandante Centro/Sud). Vive costantemente in clandestinità con lo pseudonimo di ORSI. All’inizio dell’inverno si trasferisce in Romagna a svolgere un importante incarico organizzativo come Commissario Straordinario delle Brigate Garibaldi.
Cade in mano ai Fascisti a Meldola il 6 marzo del 1944 e viene portato alla Rocca delle Caminate. Sottoposto ad efferate torture non parla ed incita gli altri partigiani prigionieri a resistere. I suoi carcerati esasperati lo legano ad un’auto e lo trascinano fino al Ponte dei Veneziani dove lo pugnalano e poi lo lanciano nel greto del fiume sottostante.
Riferimenti (I riferimenti bibliografici sono numerosissimi; questi alcuni dei contributi più significativi)
- Luigi Longo in “I Centri dirigenti del PCI nella Resistenza” -pagg.47/55
- Pietro Secchia in “Il P.C.I. e la guerra di Liberazione 1943/1945”pagg.103/109, -pagg..128/130
- Flamigni/Marzocchi in “Resistenza in Romagna” La Pietra pag. 163, 173
- L’8° Brigata Garibaldi nella Resistenza -pag.178
- Italo Tabarri in Rapporto generale sull’attività militare in Romagna fino al 15 maggio 1944
- Sprega/Tagliaferri in “Los Italianos” pagg.105/109
- Giorgio Cassinari in “Piacenza nella Resistenza” –pag 87
- Cammarosano: da Pertuso di Ferriere alle carceri di Piacenza pag. 171
In memoria
- Monumento al Ponte dei Veneziani (Meldola)
- Monumento nel cimitero di San Nazzaro
Ad Antonio Carini sono intitolate vie a:
- Meldola (Forlì/Cesena),
- Civitella di Romagna (Forlì/Cesena),
- Cesenatico (Forlì/Cesena),
- Piacenza,
- San Nazzaro d’Ongina.
Ad Antonio Carini l’ANPI di Monticelli ha dedicato un film ”Antonio Carini, la grandezza di un uomo”